Lingua Russa: le principali difficoltà per gli italiani

Lingua Russa: le principali difficoltà per gli italiani

24 Aprile 2023 0 di Bareggio

La lingua russa è, tra quelle europee, senza dubbio considerata tra le più “esotiche” a difficili.
Nonostante ciò, nell’ultimo decennio ha iniziato a godere di sempre maggiore popolarità in Italia, sia tra gli studenti universitari delle facoltà di Lingue che tra gli adulti.
I motivi principali che spingono a studiarla sono senza dubbio la ricerca di un lavoro in ambito diplomatico o economico, oppure l’interesse verso la sua immensa e affascinante cultura.

La lingua russa è davvero così difficile? Quali sforzi occorre prevedere se si intende studiarla?

Definire una lingua facile o difficile in assoluto rappresenta una domanda mal posta: facile o difficile per chi? Ogni studente è infatti diverso, così come sarà diverso il suo approccio a una difficoltà.
Abbiamo tuttavia voluto provare a rispondere a questa domanda, e per farlo è stato necessario restringere il campo: quanto è difficile il russo per uno studente la cui lingua madre sia l’italiano?

La nostra lingua condivide un’origine comune con francese, spagnolo, portoghese e rumeno – si tratta infatti delle cosiddette “lingue romanze”, cioè discendenti dal latino. Il russo, invece, è una lingua slava (così come, per esempio, il croato, il polacco o l’ucraino).
L’italiano ha quindi molti più tratti in comune con le lingue neolatine che con il russo, e studiare queste lingue da parlanti italiano risulta senza dubbio più agevole che non lo studio del russo, che appartiene a una “diversa famiglia”.

A voler essere precisi, però, anche inglese e tedesco appartengono a una famiglia diversa, quella delle lingue germaniche! Questo dato da solo, quindi, non ci aiuta a capire e farci un’idea.

Andiamo allora a vedere, nello specifico, quali sono le caratteristiche della lingua russa che causano le maggiori difficoltà agli studenti italiani.

Поехали!

Alfabeto cirillico

Il primo punto è facile e visibile a tutti: l’alfabeto. Il russo infatti viene scritto con l’alfabeto cirillico, non con quello latino come tutte le lingue europee occidentali.

Ecco, per esempio, l’aspetto di un testo scritto in russo utilizzando l’alfabeto cirillico:
Солнце мое – взгляни на меня. Моя ладонь превратилась в кулак. И если есть порох – дай огня.

Quanto è difficile quindi l’alfabeto cirillico? Così così.

Partiamo da un punto a nostro favore: si tratta proprio di un alfabeto in senso tecnico, quindi un sistema di scrittura in cui ogni segno (lettera) corrisponde a un suono. Quindi nulla a che vedere, per esempio, con la scrittura cinese!

Altro punto a nostro favore: diverse lettere sono uguali o molto simili a quelle dell’alfabeto latino.
Per esempio, la о, la к, la м o la а.

Molte altre lettere, però, possono causare difficoltà, dal momento che:

  • Ricordano molto le nostre, ma in realtà rappresentano altri suoni. Per esempio, р corrisponde alla nostra r, н corrisponde alla nostra n, с corrisponde alla nostra s.
  • Sono specifiche per questo alfabeto, per esempio л rappresenta la l.
  • Indicano suoni particolari, per esempio: ы rappresenta una i dura contrapposta alla й, cioè una i breve.

In fin dei conti, però, l’alfabeto è senza dubbio una difficoltà sorpassabile con un po’ di pratica. Inizialmente sembrerà complesso e si tracceranno fogli e fogli di righe e segni che paiono senza senso, ma dopo i primi esercizi si acquisirà subito maggiore dimestichezza.

Insomma, la difficoltà del russo non è certo il suo alfabeto

Declinazioni russe

Il russo è una lingua con declinazioni e casi. Chiunque abbia studiato un po’ di latino o tedesco sa di cosa parliamo: la parte finale di un nome o aggettivo cambiano non solo a seconda del fatto che questo sia singolare/plurale e maschile/femminile come in italiano, ma anche rispetto alla funzione che la parola svolge nella frase.

Per esempio, in italiano abbiamo ragazza (femminile singolare), ragazze (femminile plurale).
In russo, “ragazza” si dice девушка, letto devushka. Il plurale sarà devushki.
Tuttavia, avremo anche devushek (“delle ragazze”), devushkam (“alle ragazze”), devushkami (“con le ragazze”), devushke (“alla ragazza”), devushku (“la ragazza” come complemento diretto), devushkoj (“con la ragazza”).

In tutto, abbiamo quindi in tutto 6 possibili casi (contro i 4 del tedesco, i 5 del latino e del caso unico di italiano e inglese, per esempio), sia al singolare che al plurale.

Non esiste poi un solo modello, ma diverse “declinazioni”, cioè pattern che una parola segue per variare a seconda della sua funzione.
Senza dubbio questo rappresenta uno sforzo di memoria non da poco!

La difficoltà, tuttavia, non sta tanto nel ricordarsi le singole desinenze, cioè quali lettere aggiungere alla fine di quella specifica parola in quella specifica situazione.
La difficoltà è a monte: avere bene in mente che quella parola deve cambiare così tanto spesso!

Perchè se io in italiano posso dire: “Quella ragazza è mia amica”, “Hai visto quella ragazza?”, “Andrò al cinema con quella ragazza”, “Puoi dare questo biglietto a quella ragazza?”, non mi devo preoccupare di modificare “quella ragazza”. Idem in inglese, avrò sempre “that girl”.
In russo invece “quella ragazza” verrà detto in modo sempre diverso – e questo crea una bella confusione.

Sistema verbale del russo

Tuttavia, l’elemento che forse crea maggiori difficoltà è il sistema verbale, che funziona in modo totalmente diverso dall’italiano.

Anche qui, quindi, lo sforzo non è tanto di memoria (memorizzare che una certa parola si dice in un certo modo), quando di utilizzo: significa resettare il modo in cui si è pensato fino a quel momento e iniziare e vedere e descrivere le azioni in modo totalmente nuovo.

Gli aspetti del verbo

Siamo abituati a parlare l’italiano, il cui sistema verbale è basato sul concetto di tempo. Abbiamo sicuramente ricordi delle verifiche si analisi grammaticale delle elementari, in cui dovevamo capire se una voce verbale fosse “imperfetto”, “passato prossimo”, “futuro anteriore”.
Ritroviamo qualcosa di molto simile in spagnolo e francese – e parzialmente in inglese.

Ecco, tutto questo in russo non esiste: ogni verbo ha un solo presente, un solo passato e un solo futuro (e a volte nemmeno quello).
Questo perchè in russo il sistema verbale non si basa sul concetto di tempo, ma su quello di aspetto.
Non interessa, cioè, comunicare se un’azione passata o futura è vicina o lontana a chi parla – interessa piuttosto far capire se l’azione si è svolta una o più volte, se è stata duratura o puntuale.

Quindi, per esempio, i verbi delle due frasi: “Stamattina ho detto a Maria di essere puntuale” e “Negli anni ho detto spesso a Maria di essere puntuale” in italiano sono uguali, ma in russo sarebbero diversi: perchè nel primo caso abbiamo un’azione precisa e unica, nel secondo un’azione ripetuta.

Se fino a qui vi sembra complesso, sappiate che non è ancora finita. Quando una stessa azione è presentata con aspetti diversi (come nell’esempio precedente), non mi basta cambiare la desinenza del verbo – cioè quello che faccio in italiano quando cambio tempo, per esempio passando da “dico” a “dissi” a “dirò”.
In russo occorre proprio… cambiare verbo!

Quindi, tornando all’esempio precedente, nel primo caso “ho detto” verrà reso con skazala, nel secondo con govorila. Questo perchè ad aspetti diversi corrispondono parole diverse.
Ecco perchè quando si impara a tradurre un verbo dall’italiano al russo, si impara sempre almeno una coppia di verbi (a volte di più). In inglese, invece “parlare” sarebbe sempre e comunque “speak”, anche se in forme diverse.

Ti abbiamo spaventato?

O nonostante tutto la lingua russa ti incuriosisce e vorresti approfondirla meglio?

Scrivici e capiremo insieme come iniziare a conoscerla superando senza traumi tutte le difficoltà!

Olga, teacher & SMM @ Lingue dal Mondo
Sedriano
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